Foto: Manifestanti in tute protettive chiedono alla Settimana della Moda di Milano di proibire le pellicce
Foto: Manifestanti in tute protettive chiedono alla Settimana della Moda di Milano di proibire le pellicce
A seguito dei casi COVID-19 nei visoni degli allevamenti da pelliccia, la PETA sottolinea la necessità delle passerelle senza pellicce
Milano – Alla luce delle recenti scoperte che visoni sono risultati positivi al COVID-19 negli allevamenti di animali da pelliccia in Danimarca, negli Stati Uniti, nei Paesi Bassi e in Spagna – e che si pensa che anche i dipendenti abbiano contratto il virus dagli animali – oggi i manifestanti della PETA hanno indossato tute protettive ispirate all’alta moda e si sono riuniti in Piazza Duomo per sollecitare la Camera Nazionale della Moda Italiana a vietare l’uso delle pellicce alla Settimana della Moda. L’azione segue una lettera della PETA al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai ministri della Salute, dell’Agricoltura e dell’Ambiente per chiedere il divieto di allevare animali da pelliccia.
Le foto dell’azione sono disponibili qui, qui, qui e qui.
I manifestanti fanno notare che i visoni possono diffondere o trasmettere un’ampia varietà di batteri e virus zoonotici, tra cui LA-MRSA, epatite E, influenza e salmonella, e che quando si tratta di rischio per la salute pubblica, gli allevamenti di animali da pelliccia non sono diversi dal mercato di animali vivi in cui si ritiene abbia avuto origine il coronavirus. In queste strutture, i visoni vengono stipati vicini gli uni agli altri in file di gabbie della rete metallica, e lo scambio di fluidi corporei infetti facilita la diffusione della malattia.
“Gli allevamenti da pelliccia sono orribilmente crudeli con gli animali e sono terreno fertile per malattie zoonotiche” afferma la Vicepresidente dei Programmi Internazionali della PETA Mimi Bekhechi. “La PETA chiede alla Camera Nazionale della Moda Italiana di aiutare nel creare una nuova nella moda era dove i sensibili visoni non vengono tormentati e uccisi per le loro pellicce”.
Le indagini negli allevamenti di visoni italiani hanno rivelato animali rinchiusi in piccole gabbie di rete metallica, senza accesso all’erba o all’acqua per nuotare. Molti erano gravemente feriti e altri con lesioni da automutilazioni causate dallo stress della vita in cattività. Alla fine delle loro miserabili vite, generalmente vengono uccisi col gas.
Gli stilisti italiani Gucci, Furla, Armani, Versace, Elisabetta Franchi e Prada hanno smesso di utilizzare le pellicce. Anche l’icona della moda Anna Dello Russo non indossa più le pellicce e altre celebrità, inclusa Elisabetta Canalis, hanno preso posizione contro il loro utilizzo.
La PETA – il cui motto recita in parte che “gli animali non sono nostri da indossare” – si oppone allo specismo, una visione del mondo basata sulla supremazia umana. Per ulteriori informazioni, si prega di visitare PETA.org.uk.
Contatto:
Sascha Camilli +44 (0) 20 7923 6244; [email protected].
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