Nuova denuncia della PETA rivela serpenti scuoiati vivi per accessori di moda
Nuova denuncia della PETA rivela serpenti scuoiati vivi per accessori di moda
Roma – La PETA ha pubblicato filmati che mostrano come i serpenti vengono torturati e uccisi in Indonesia per vendere le loro pelli ai marchi della moda. Nel mattatoio, i dipendenti colpivano sulla testa i pitoni con un martello e li appendevano a un’impalcatura, inchiodandogli la testa su una tavola di legno, il tutto mentre gli animali erano completamente coscienti. Dell’acqua veniva poi pompata nei serpenti attraverso la bocca e l’ano prima di scuoiarli, presumibilmente mentre erano ancora vivi.
“Torturare animali per borse o stivali è primitivo e inaccettabile, soprattutto quando sono disponibili opzioni vegane di ottima qualità”, afferma Mimi Bekhechi, vicepresidente della PETA. “La moda dovrebbe essere piacevole, non fatale, ed è giunto il momento che l’industria della moda rinunci per sempre alle pelli esotiche”.
Il filmato ricorda denunce analoghe dei mattatoi indonesiani, pubblicate nel 2021, che evidenziarono come i serpenti nell’industria delle pelli esotiche vengono gonfiati con un compressore d’aria prima di essere scuoiati. Il filmato più recente mostra i dipendenti che inseriscono tubi nella bocca dei serpenti o tagliano loro la coda e legano la loro apertura cloacale per gonfiarli d’acqua; ciò facilita la scuoiatura degli animali, costretti a sopportare tutto questo mentre sono completamente coscienti e senza alcuna forma di anestesia. Gli operai quindi scuoiano i serpenti mentre sono probabilmente ancora vivi.
Tra gli stilisti che hanno vietato l’uso di pelli esotiche dalle loro collezioni vi sono Mulberry, Victoria Beckham, Chanel e Paul Smith.
La PETA – il cui motto recita, fra le altre cose, che “gli animali non sono nostri da indossare” – si oppone allo specismo, una visione del mondo basata sulla supremazia dell’essere umano. Per ulteriori informazioni, si prega di visitare PETA.org.uk o seguire l’organizzazione su Facebook, Twitter o Instagram.
Contatto:
Sascha Camilli +44 (0) 20 7923 6244; [email protected]
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