Foto: La PETA protesta contro i marchi appartenenti al gruppo Urban Outfitters per maltrattamenti sugli animali
Foto: La PETA protesta contro i marchi appartenenti al gruppo Urban Outfitters per maltrattamenti sugli animali
La lana, l’alpaca, la pelle, il cashmere, il mohair, le piume e la seta appartengono unicamente agli animali stessi
Milano – oggi la PETA e le sue affiliate hanno lanciato una campagna internazionale contro Urban Outfitters, Inc, e le sue sussidiarie – che includono Urban Outfitters, Anthropologie e Free People – con una protesta davanti al flagship store di Urban Outfitters a Milano per chiedere al gruppo di abbandonare l’utilizzo di alpaca, lana, pelle, cashmere, mohair, piume e seta, perché tutti questi materiali sono il prodotto di estrema violenza, di crudeltà e di paura. I manifestanti hanno esposto dei cartelli che esplicitamente mostrano i volti terrorizzati degli animali accanto alle parole “Il volto della moda è la paura”.
Le foto della manifestazione sono disponibili qui, qui e qui.
Urban Outfitters, Inc, ha finora bandito pellicce, pelli esotiche e lana d’angora, e dallo scorso aprile PETA Stati Uniti è diventata azionista della società per spingere all’adozione di ulteriori politiche rispettose degli animali.
“Con i loro abiti, i marchi Urban Outfitters vogliono rivolgersi ai i giovani progressisti, ma vendere la pelle, la lana e le piume di animali tormentati non li porterà da nessuna parte”, afferma la direttrice della PETA Elisa Allen. “Qualsiasi materiale che viene preso da un animale è un prodotto della paura, e la PETA chiede ad Urban Outfitters di essere fedele al suo impegno per la sostenibilità e gli standard etici vendendo solo materiali vegan-friendly, già presenti nelle loro collezioni”.
La PETA e le sue affiliate hanno distribuito dozzine di video che rivelano come durante la tosatura gli operatori colpiscono, prendono a calci e mutilano le pecore per la loro lana e gli alpaca per il loro vello; durante le operazioni di tosatura di mohair e cashmere, lasciano le capre soffrire con ferite aperte e sanguinanti; marchiano, utilizzano scariche elettriche, picchiano e macellano le mucche per usarne la pelle; strappano le piume dalle oche vive con le mani; e immergono in acqua bollente i bachi vivi per produrre la seta.
La PETA – il cui motto recita in parte che “gli animali non sono nostri da indossare” – si oppone allo specismo, una visione basata sulla supremazia dell’essere umano, secondo cui gli animali non sono altro che prodotti d’uso. Per ulteriori informazioni, visita PETA.org.uk.
Contatto:
Sascha Camilli +44 (0) 20 7923 6244; [email protected]
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